Intenso e profondo giallo paglierino nel calice. Il bouquet olfattivo è ampio e gradevole, caratterizzato da ricordi di pesca, di albicocca e di agrumi, poi accompagnati da sfumature minerali, ammandorlate e aromatiche. Il palato è fragrante e fruttato come il naso, corposo, sapido e persistente. Viene vinificato in vasche di acciaio a temperatura controllata, dove successivamente riposa. A completare il quadro abbiamo un affinamento in bottiglia di circa quattro mesi.
Una delle poche varietà bianche ad avere un’alta propensione all’invecchiamento, il Greco di Tufo è un antico e prestigioso vitigno che è stato portato nella provincia di Avellino dai Pelagi, dalla Grecia, nel primo secolo avanti Cristo.
Un Greco di Tufo come altri non se ne incontrano.
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Intenso e profondo giallo paglierino nel calice. Il bouquet olfattivo è ampio e gradevole, caratterizzato da ricordi di pesca, di albicocca e di agrumi, poi accompagnati da sfumature minerali, ammandorlate e aromatiche. Il palato è fragrante e fruttato come il naso, corposo, sapido e persistente. Viene vinificato in vasche di acciaio a temperatura controllata, dove successivamente riposa. A completare il quadro abbiamo un affinamento in bottiglia di circa quattro mesi.
Una delle poche varietà bianche ad avere un’alta propensione all’invecchiamento, il Greco di Tufo è un antico e prestigioso vitigno che è stato portato nella provincia di Avellino dai Pelagi, dalla Grecia, nel primo secolo avanti Cristo.
Un Greco di Tufo come altri non se ne incontrano.
| Regione | ITALIA - Campania |
|---|---|
| Denominazione | Greco di Tufo DOCG |
| Vitigno | Greco di Tufo |
| Annata | 2019 |
| Alcol (%) | 13 |
| Litri | 0,75 |
| Abbinamenti | Ottimo anche come aperitivo, ben si abbina a crostacei, grigliate di pesce, pollame e formaggi freschi. Perfetto con un’insalata di mare. |
L'azienda
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MASTROBERARDINO
La famiglia Mastroberardino vive il contesto socioculturale vitivinicolo da oltre due secoli in base alle più attendibili ricostruzioni storiche. Le prime tracce della presenza in Irpinia risalgono al catasto borbonico, a metà del Settecento, epoca in cui la famiglia elesse il villaggio di Atripalda a proprio quartier generale, ove sono tuttora situate le antiche cantine. Di lì ebbe origine a una discendenza che legò indissolubilmente le proprie sorti al culto del vino. |
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